Tarsis


La Via Spirituale

Invito e Introduzione


Il testo raccoglie due scritti, la “Lettera al figlio” di Rûhollâh Mûsawî Khomeynî, e un’“Introduzione alla gnosi (‘irfân)” di Mortazâ Motahharî. A cura di E. Tabano, ed. Semar, Roma, 2002.

PREFAZIONE


IL TESTO INVITA E INTRODUCE ALLA RICERCA DELLA CONOSCENZA DI SÉ, Fine Ultimo di chi è consapevole che senza il riconoscimento reale della propria ragion d’essere l’uomo non coglie il senso della propria esistenza, il significato reale del suo essere al mondo. Il muoversi da parte dell’uomo sui passi della via spirituale e la sua intenzione alla rettificazione e riordinamento della propria vita sono frutto della necessità innata impressa nella sua natura originaria, con la quale e nella quale fu naturato. Sapere di non avere in sé la propria ragion d’essere, ovvero di non comprenderla, e patire sino in fondo tale mancanza è il punto originario dello sboccio dell’intenzione che per e su ordine di Dio metterà ogni cosa al proprio posto, e che al Suo posto, al posto dell’Unico, non porrà nient’altro che Lui.
L’intenzione di rimettere al Donatore Generoso ciò che si è ricevuto ‘in prestito’, nelle forme appropriate del sacrificio di sé per amore della Conoscenza del Sé, la cui sostanza reale è la Luce Muhammadica e la sua Verità (Haqiqat muhammadiyya), segnerà, se Dio vuole, il conseguente cammino dell’uomo che sa chi gli ha dato la vita.
Anche se pochi, in ogni tempo, sono coloro nei quali nasce realmente, per ordine di Dio, l’intelligenza delle cose spirituali, ciò nondimeno ogni essere sarà richiamato a riconoscere nel corso dell’esistenza quel sé stesso per la conoscenza del quale è stato messo al mondo. Quindi, ogni parola che parla del destino reale dell’uomo è una parola che non si perde e, indipendentemente dalla sua piena e immediata comprensione, mette radici nel cuore di coloro che presentano che morire senza avere conosciuto sé stessi è morire la morte degli insipienti. Con tale consapevolezza presentiamo questi due scritti che trattano della ricerca della conoscenza spirituale e i cui autori sono uomini che ci sono stati vicini nel tempo e nella cultura (quella vera, di questi come di quei posti, pur nella diversità delle forme) e per i quali la vita attiva non era disgiunta dalla vita dello spirito, come comprovano i loro rispettivi destini.

La Lettera al figlio invita colui che la legge a seguire la via spirituale, a cercare il sommo bene della conoscenza di sé e a lottare contro tutto ciò che ostacola, devia, deforma tale cammino, a lottare contro il proprio sé inferiore in quella ‘grande lotta’ che è il fondamento d’ogni azione rivolta al bene. Di là del contesto nel quale si esprime, l’invito alla conoscenza spirituale è ciò che sta a cuore all’imâm Khomeynî, senza la ricerca della quale ogni altro tipo di azione perde valore e reale significato. È al cuore della conoscenza e della gnosi che egli invita chiedendo al proprio figlio, e a qualunque altro che lo ascolti, almeno di non negare ciò che caratterizza il viaggio spirituale, i suoi ‘stati’, le sue ‘stazioni’, i suoi raggiungimenti, la sua verità. Da uomo profondamente radicato nella Via e nella sua cultura spirituale egli parla all’orecchio del cuore di tutti coloro che non sono accecati dallo storicismo imperante anche in ambito religioso, dalla forma esclusivamente letterale dei credo religiosi, egli parla alla Natura innata (fitrah), se cosi si può dire, presente in ognuno, richiamandola all’atto che solo, all’interno del cuore dell’uomo, gli rende la consapevolezza del suo destino metafisico.
Che l’imâm Khomeynî sia stato conosciuto, e non soltanto fuori del suo Paese, per tutt’altra cosa che per il dato fondamentale del suo insegnamento, centro e respiro di ogni vero credente, dà la misura dell’incomunicabilità delle cose spirituali o, meglio, della loro essenza, in quello che un detto profetico, con tutti i depositi essenziali delle tradizioni autenticamente spirituali, metafisicamente e religiosamente integre, ha definito «il più oscuro dei mondi».
Non è compito né di questa breve prefazione né della Lettera dare ragione della visione totale del mondo e della società di cui l’imâm Khomeynî si è fatto veicolo secondo la propria lettura e analisi, ma quello che qui importa è ricordare l’anelito primo della coscienza dell’imâm che fonda il ‘cuore’ di questa lettera come anche dell’integralità della sua vita e delle sue opere, il punto di convergenza delle sue parole cui le moderne società sono sorde e cieche.
È nostro parere che, di là dalle grandi azioni e reazioni che una visione del mondo che cerca di trasformare il tessuto di ordine sociale porta e comporta, il dato indelebile, il segreto dell’uomo e l’alterità irriducibile della parola dell’imâm si situi su un piano sicuramente compreso da pochi, quale sia stata la latitudine nella quale è risuonato. Esso appartiene alla coscienza sovrastorica dell’uomo, alla sua Natura fondamentale dalla quale consegue quel ‘culto diritto’ che pochi conoscono in ispirito («Drizza il tuo volto alla vera religione in purità di fede, natura originaria con la quale Dio ha naturato gli uomini. Nessun mutamento patisce la creazione di Dio: quella è la religione retta, ma i più degli uomini non sanno», Corano 30: 30).
Che di tale dato si sia sentita la risonanza non più tardi di qualche decennio fa è, e rimane, un ‘segreto’ di altro ordine rispetto al piano storico del suo inverarsi nel quale il bene e il male degli uomini, inestricabilmente mescolati, possono portare a risultati non sempre conformi al dato originario, il quale comunque può essere estratto dagli avvenimenti e rimesso nella sua forma prima e lì colto come parola d’insegnamento per l’uomo che necessita di conoscere sé stesso, qualsiasi siano i suoi natali e la sua appartenenza etnica.

Il testo dello shaykh Motahharî, invece, introduce in modo essenziale ai termini fondamentali della conoscenza spirituale (‘irfan) e ai primi contenuti della disciplina interiore di chi inizia a percorrere il cammino quale perfezionamento di sé che è via di purificazione dai legami dell’io individuato in una coscienza che limita sé stessa al solo orizzonte della fisicità, della grossolanità e dei dati sensibili ed empirici; ne consegue che la via di ritorno al proprio Sé reale è un’estrazione di quest’ultimo dalla spessa coltre di preconcetti e congetture mondane che affollano la mente dell’uomo, ed è paragonabile ad uno ‘sgrossamento’ della coscienza, a un suo ‘dimagramento’, un recupero della sua essenzialità per farla riaderire e ricollegare all’intelligenza spirituale in essa celata che facendosi guidare dal dato coranico, quindi dalla rivelazione sovra-umana, dall’influenza spirituale e dall’insegnamento del Messaggero di Dio (S) e dei suoi Prossimi (as), recupera la sua dignità originaria che la rende atta all’incontro con Dio (liqâ’Allâh) e alla conoscenza di sé. Tale via e fine sempre presenti all’interno di ogni Tradizione spirituale autenticamente rivelata da Dio si sostanziano nell’islam in ciò che è definibile come ‘irfân, compimento e perfezionamento della pratica religiosa conseguente al rispetto della legge rivelata (sharî'ah), che per gli sciiti imamiti si esistenzia nel perfezionamento della comprensione dell’insegnamento e dell’esempio dei quattordici Infallibili, il Profeta (S), sua figlia Fatima (as) e i Dodici Imâm (as) della sua Dimora o Casa (ahl al-bayt).






26 aprile 2024


Eugenio Tabano nasce a Trieste il 16 ottobre 1956. Si occupa da decenni degli aspetti metafisici e spirituali della Ricerca Tradizionale della Conoscenza di Sé. All’inizio degli anni ‘90 stabilisce a Trieste il Centro Tarsis che orienta a tali temi. Ha pubblicato I Fogli dei Quaranta (Il Murice, Trieste, 2017); Il Sentiero dei Lupi e I Fogli dell’Arca (entrambi editi da Le lettere scarlatte, Trieste, 2019); Il Sigillo del Tempo e Maschera e Volto (Audax editrice, Udine, 2021 e 2022); La Tradizione della Luce. Un documento di gnosi vivente (testo curato) (WriteUp Books, Roma, 2022); L'Eredità dei Magi (Edizioni Ester, Torino, 2023); Orione. A proposito dell'antichità dei Veda (testo curato) (WriteUp Books, Roma, 2023). È anche l’autore degli scritti che sono comparsi sul sito www.tarsis.it dal 2012 ad oggi.


Eugenio Tabano - Centro Tarsis
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Simbolo che rappresenta quattro volte il Nome 'Alì.

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